Cenerentola festeggia 65 anni da favola.
Il 12º classico d’animazione Disney, tratto dal celebre racconto di
Charles Perrault, debuttò nelle sale americane il 4 marzo 1950
riscuotendo un successo inaspettato che donò agli Studios un nuovo
lustro nel secondo dopoguerra.
Adesso la vediamo volteggiare, in carne e
ossa, nell’abito in crêpe di seta creato da Sandy Powell, registrando
incassi da record al botteghino.
Tanta magia, dal leggendario abito ball-gown colorizzato in turchese alle scarpette di vetro che ora rivivono al cinema nei 10.000 cristalli Swarovski di Kenneth Branagh ma che, secondo la fiaba originale, erano in pelliccia.
Tanta magia, dal leggendario abito ball-gown colorizzato in turchese alle scarpette di vetro che ora rivivono al cinema nei 10.000 cristalli Swarovski di Kenneth Branagh ma che, secondo la fiaba originale, erano in pelliccia.
Escludendo il prologo che spiega come la
matrigna entrò nella vita di Cenerentola e il wedding «the end», la
storia del film si svolge nell’arco di 24 ore. Dalle
faccende svolte all’alba alla serata del ballo, fino alla prova della
scarpetta perduta che calzerà il mattino seguente.
Il film è ambientato in Francia nel mese
di giugno dove il sole sorge poco prima delle 6:00, due settimane prima
del solstizio d'estate.
La trasformazione di Cenerentola
per opera della Fata Smemorina che tramuterà i suoi stracci in un
sontuoso abito da sera fu in assoluto la sequenza preferita da Walt
Disney fra tutti i suoi film.
L’iconico ball-gown di Cenerentola, in realtà, era bianco:
fu alterato in fase di restauro in seguito al successo riscosso con il
materiale promozionale, dove l’abito era colorato di blu.
Cenerentola perde la scarpa 3 volte:
quando trasporta i vassoi per la colazione, quando corre lungo la
scalinata nella celeberrima scena e durante le nozze con il
Principe.
Per il doppiaggio della protagonista
canterina, fu scelta la 20enne Ilene Woods che ebbe la meglio su 309
aspiranti-Cenerentola, dopo che la sua voce di usignolo arrivò alle
orecchie di Walt Disney grazie ad un amico che aveva inviato,
all’insaputa della ragazza, una sua demo-artigianale alla
produzione.
Cenerentola fu la scommessa degli Studios perché, se non avesse
raggiunto il successo sperato, la Walt Disney sarebbe stata costretta a
chiudere i battenti a causa dei modesti incassi di Biancaneve e i sette
nani (1937) ma la pellicola fu un trionfo al box office.
Merito del suo grande successo fu la
colonna sonora: la prima a essere protetta dal copyright della Walt
Disney Music Company che gettò le sue fondamenta grazie a Cenerentola.
Prima di allora, il soundtrack merchandising disneyano non
esisteva.
Gli aggraziati manierismi di Cenerentola
sono stati ricreati sulle fattezze dell’attrice Helene Stanley, la
lolita che danza davanti al juke box in Giungla d'asfalto e tormento di
gioventù di Gregory Peck ne Le nevi del Kilimangiaro. Tornerà come musa
disneyana ne La bella addormentata nel bosco (1959).
A proposito de La bella addormentata nel bosco, le topoline da sartoria che cuciono il pink-dress di Cenerentola sono tre, come le fatine di Aurora che imbastiscono l’abito della Principessa.
Per limitare i costi di animazione, il 90% del film è stato girato in live action prima dell'animazione,
utilizzando un set con attori in carne ed ossa. Anche la carrozza di
Cenerentola è in live-action: ne fu utilizzato un modello dipinto di
bianco e linee nere con ruote in filigrana.
Il cocchio nuziale di Cenerentola e del Principe possiede uno stemma con doppia spada che cela due teste di Topolino.
Il nome completo del paffuto topino Gus è Gustavus.
Tratto da
La fata madrina è un personaggio immaginario della fiaba di Charles Perrault Cenerentola.
Nella fiaba originale la fata madrina
compare per aiutare Cenerentola a partecipare al ballo organizzato dal
re durante il quale il principe avrebbe scelto la sua promessa sposa. La
fata le fornisce un bel vestito e le permette così di recarsi
segretamente al ballo, raccomandandole però di rientrare a mezzanotte.
In alcune versioni la fata madrina è
sostituita con animali o piante, oppure l'abito e le scarpe di
Cenerentola vengono da un albero cresciuto sulla tomba di sua madre.
Anche nelle versioni con la fata, è ragionevole affermare che questa
figura rappresenta la volontà della buona madre di Cenerentola, verso
cui è indirizzata, indirettamente, la crudeltà della matrigna. Alcuni
studiosi sostengono inoltre che la fata madrina potrebbe rappresentare
la Grazia Divina che premia Cenerentola per la sua costante voglia di
riscatto.
Il film ricevette tre nomination all'Oscar per il miglior sonoro (C.O. Slyfield), migliore colonna sonora e migliore canzone per "Bibbidi-Bobbidi-Bu".
Al 1° Festival internazionale del cinema di Berlino vinse l'Orso d'oro (film musicale) e il Big Bronze Plate.
Nel giugno 2008 l'American Film Institute
rivelò la sua "10 Top 10" - i migliori dieci film in dieci "classici"
generi cinematografici americani - dopo la votazione di oltre 1.500
persone della comunità creativa. Cenerentola venne riconosciuto come il 9° più grande film nel genere animazione.
Cenerentola fa parte della galleria di personaggi Disney che possiamo identificare come Principesse Disney. È l'unica principessa, insieme a Biancaneve, ad essere imparentata con l'antagonista della sua storia.
Gianni Rondolino 2/7/2012 La Stampa spettacoli
Può essere interessante rivedere alcuni
film di molti anni fa che escono di nuovo nelle sale. È il caso, questa
settimana, di Cenerentola di Walt Disney, del 1950. Come sappiamo, alla
base del soggetto del film di Disney, ma diretto da Clyde Geronimi,
Wilfred Jackson e Hamilton Luske, c’è la fiaba di Perrault; tuttavia,
osservandola con attenzione, quella fiaba è solo un punto di partenza e
di arrivo di uno spettacolo che ha al centro il rapporto
amichevole e affettuoso di Cenerentola con gli animali, in particolare
con i topi che vivono in casa e con gli uccelli che la amano. E
questo rapporto è anche legato a una serie di canzoncine che
costituiscono il filo conduttore di una rappresentazione in cui ciò che
accade acquista a poco a poco un significato che possiamo definire
«umanitario».
Non v’è dubbio che, a partire dal primo
lungometraggio prodotto da Disney nel 1937, cioè da Biancaneve e i sette
nani, l’uso dei disegni animati per raccontare delle storie e
illustrare delle fiabe è andato arricchendosi di anno in anno. Pertanto
non ha più molto senso giudicare un lungometraggio d’animazione come si
giudica un cortometraggio, e lo stile del racconto, la costruzione dei
personaggi e anche lo sviluppo dell’azione non possono essere visti in
un’ottica estetica che appartiene a quello che possiamo chiamare il
«cinema animato». Così si ritorna a giudicare un film per quello che è o
che dovrebbe essere. In questo caso Cenerentola è una bella fiaba, con la protagonista che, di scena in scena, si presenta nella sua bellezza e nella sua dolcezza, sia quando si relaziona con gli animali sia con le due sorellastre e la matrigna.
Ma questa bella fiaba si trasforma in qualcosa di diverso, nel senso che le cose più belle sono le sequenze con i topi e il gatto e il loro rapporto conflittuale.
Come se non fosse tanto il conflitto familiare a costituire il
contenuto della storia, ma piuttosto il divertente incontro e scontro
fra i vari animali, secondo quello che possiamo chiamare la vera
sostanza dei disegni animati tradizionali, non solo quelli di Disney a
partire dalla fine degli Anni Venti, cioè da Topolino in poi, ma anche
quelli realizzati dagli altri animatori, soprattutto americani.
Curiosità.
In tutto il film non si vedono piedi nudi…anche i topi e gli uccellini hanno i calzini.
I piedi di Cenerentola si vedono solo per
pochi attimi: quando si infila le scarpe da lavoro (al mattino) e le
celeberrime decolleteé di cristallo (alla sera), ma non si vedono
le dita. Le uniche che si vedono sono quelle delle due
sorellastre, che hanno dei piedoni enormi.
Differenze dalla fiaba originale
Nella fiaba Cenerentola va al ballo tre volte, e non una sola.
Nella fiaba è il principe stesso (e non il
granduca, come nel film) a indagare a casa di Cenerentola cercando la
proprietaria della scarpetta.
Nella fiaba le scarpette di Cenerentola
sono fatte di pelliccia di scoiattolo e non di cristallo; nell'edizione
italiana sono spesso considerate di vetro a causa di un errore di
traduzione.
Nella fiaba Cenerentola decide lei stessa
di non andare al ballo per sua espressa volontà, in quanto teme che gli
ospiti del ballo non accettino una stracciona come lei.
Tuttavia, anche nell'originale le sorellastre prima di andare al ballo la scherniscono lo stesso, ma solo a parole.
Nella fiaba la matrigna e le sorellastre non sanno che è Cenerentola la ragazza misteriosa.
Nella fiaba le sorellastre si tagliano una
il punta del piede e l'altra in tallone per poter calzare la scarpetta,
ingannando così il principe; durante la strada verso il castello, però,
le colombelle amiche di Cenerentola le smascherano e le accecano.
Nella fiaba Cenerentola perdona la
matrigna e le sorellastre e le fa vivere a palazzo con lei. Nel film
invece no, al pari di quanto avviene nella fiaba dei Fratelli Grimm.
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